L’arte della memoria

La versione inglese di questo libro, pubblicata sei anni or sono, ha suscitato notevole interesse ed è stata oggetto di numerose recensioni. Molti lettori hanno espresso il loro stupore perché la storia di un problema tanto importante non era stata scritta finora. Devo dire che quasi a conferma del giudizio di quei recensori che hanno affermato che il mio lavoro illumina tutta la storia della cultura europea, ho saputo che gli studenti di un’università inglese di nuova costituzione hanno scovato da soli questo libro e hanno deciso di usarlo, avendovi trovato una linea generale capace di guidarli agevolmente attraverso la lunga storia dei rapporti fra la moderna cultura europea e l’antichità classica, e insieme di indicare loro problemi filosofici e psicologici essenziali nel mondo d’oggi.
Sebbene abbia evitato con cura di complicare la mia trattazione fondamentalmente storica con teorie e ricerche derivate dalla psicologia moderna, è ovvio che la storia della memoria, nella misura in cui interessa la psiche nel suo insieme, è importante per lo studioso di psicologia. Sono stati compiuti parecchi tentativi di esaminare l’addestramento della memoria classica, descritto in questo libro, in relazione alla ricerca psicologica, ma lo studio più importante uscito finora è quello di uno psicologo russo, A. R. Luria, che non ha mai sentito parlare dell’arte della memoria classica e non conosce il mio libro. Nella sua opera, The Mind of a Mnemonist (Basic Books, New York and London, 1968), Luria descrive la memoria fantastica di uno dei suoi pazienti, che ovviamente si basava su principî classici.